Nazionale

Fare comunità educante al Sud: la sinergia che ancora manca

Su Vita.it l’intervista a Maria Pina Casula, portavoce della rete Crescere al sud e presidente Uisp Sardegna, che illustra la mission del progetto

 

Maria Pina Casula, presidente Uisp Sardegna, da gennaio 2018 è la portavoce di Crescere al Sud, rete associativa nata nel 2011 per “definire proposte concrete per il cambiamento reale della vita dei minori nel sud Italia - dice Maria Pina Casula nell’intervista pubblicata su Vita.it - costruendo strategie comuni sul territorio e promuovendo un piano d’azione condiviso, concentrandosi in particolar modo su povertà minorile, comunità educante e contrasto alla cultura dell'illegalità”.

La disparità delle risorse è crescente. Nel sud, infatti, c’è un accentuarsi della “periferia nella periferia”, molti soggetti deboli che vivono in contesti di marginalità spaziale, un indebolimento crescente della famiglia e strutture carenti. Crescere al Sud, attraverso 65 organizzazioni, ha proprio lo scopo di rispondere a questa forte criticità, alla povertà diffusa e profonda, economica, culturale che i ragazzi del sud vivono.

“C’è anche una debolezza della comunità educante – aggiunge Casula - Molti credono, infatti, di fare comunità educante invece fanno un pezzo di lavoro educativo, ma non c’è sinergia con tutti i soggetti. Le scuole non sono soggetti di terzo settore, ma è difficile fare comunità educante senza di esse, per questo Crescere al Sud ha deciso di fare entrare le scuole al proprio interno”.

Maria Pina Casula sostiene però che la scuola non possa fare da sola contrasto a tutte queste cose e quindi la rete diventa un valore: “Molti ragazzi hanno una famiglia disgregata che non li supporta, ma se trovano sostegno sia a scuola sia fuori dalla scuola, le cose cambiano”. Secondo la portavoce il “Punto luce” di Sassari riassume molto bene gli obiettivi di Crescere al Sud. Secondo lei infatti “qui si realizza davvero la comunità educante ideale, perché mette insieme tutti, la scuola, la parrocchia, le associazioni sportive, il quartiere e le famiglie”.

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